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Gli effetti del ‘Quantitative easing’

Gli effetti del ‘Quantitative easing’

normativa

Dall’Eurotower il commento del presidente Draghi
‘Qe’, Grecia e primo impatto – Lo scorso lunedì 9 marzo la Banca centrale europea ha avviato l’annunciato programma di acquisto di titoli con l’obiettivo, tra gli altri, di creare una rete protettiva per la zona dell’euro che altrimenti avrebbe potuto esser contagiata dalla crisi greca. È stato lo stesso numero uno dell’Eurotower, Mario Draghi, a sottolineare ieri gli obiettivi della misura di ‘Quantitative easing’, aggiungendo che l’impatto degli effetti è percepibile già da ora, in quanto “i tassi delle banche per i prestiti alle imprese hanno iniziato a diminuire nel terzo trimestre dello scorso anno, le aspettative legate all’inflazione hanno reagito positivamente e assistiamo ad un calo dei rendimenti sovrani a lungo termine nonostante la nuova crisi in Grecia”.

Verso la ripresa economica –
Una volta messa a riparo l’area dell’euro da eventuali contagi ellenici, il ‘Quantitative easing’ “aiuta anche la Bce a raggiungere i suoi obiettivi di politica monetaria”. In questo senso, continua Draghi, i primi segnali che si iniziano a intravedere mostrano nuovi miglioramenti dell’attività economica, tant’è che la ripresa economica “dovrebbe gradualmente ampliarsi e rafforzarsi”. Sul punto, il presidente dell’Eurotower ha aggiunto che il rallentamento della crescita economica nell’eurozona “si è invertito. Nell’ultimo trimestre del 2014 il pil dell’area euro è cresciuto dello 0,3%, ad un livello un po’ superiore a quanto previsto precedentemente”. Inoltre, per quel che concerne il mese di gennaio, “la disoccupazione nell’area dell’euro è scesa al livello più basso registrato da agosto del 2012”.

La politica monetaria –
Mario Draghi è ben consapevole del fatto che i miglioramenti venuti a galla non dipendono in maniera esclusiva dalla politica monetaria messa in cantiere dalla Banca centrale europea, ma è chiaro che le misure di allentamento monetario adottate dall’istituto di Francoforte hanno avuto un peso concreto. Tutto ciò che la Banca centrale europea ha deciso negli ultimi tempi ha rappresentato per l’intera area dell’euro un “valido ed efficace strumento per portare l’inflazione più vicina al nostro obiettivo”, vale a dire al di sotto del 2%. Ciò significa che le misure di politica monetaria dell’Eurotower, pur non essendo la panacea di tutti i mali, hanno comunque favorito “un recupero più veloce e più sostenuto”. La politica monetaria orientata alla stabilità dei prezzi e le riforme strutturali “sono misure che lavorano di pari passo”, ha aggiunto Draghi. A questo punto, il compito dei governi nazionali dovrebbe essere quello di “creare un quadro più favorevole agli investimenti attuando riforme strutturali credibili ed efficaci”. Su questo fronte, il ‘Quantitative easing’ avrà la possibilità di contribuire “ad aumentare i benefici dalle riforme”. E, per concludere, Mario Draghi si ritiene convinto che l’impatto positivo delle misure adottate dalla Bce sulle condizioni di finanziamento “aumenterà i benefici delle riforme strutturali invece di ridurre gli incentivi all’adozione di riforme. Le imprese saranno incoraggiate ad aumentare gli investimenti, anticipando la ripresa economica”.

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