A quale età si può cominciare a lavorare?
Vengono chiesti 10 anni di scuola prima di avviarsi al lavoro. Ma c’è chi ce la fa a 15 anni. Purché vengano tutelate salute, sicurezza, ferie e riposi.
Chi prima inizia, prima finisce. E, visti i tempi, meglio cominciare a lavorare subito per evitare di andare in pensione quando nemmeno il bastone è in grado di reggerci. Ma a quale età si può cominciare a lavorare? C’è una legge che stabilisce quando è possibile lasciare la scuola ed avviarsi al mondo del lavoro?
Sì, c’è. La più importante si chiama, guarda caso, Costituzione italiana. Sancisce, a sua volta, l’obbligo di approvare una normativa che stabilisca il limite minimo di età per il lavoro salariato, cioè per lavorare a busta paga. Questa normativa esiste da quasi 50 anni [1]. Stabilisce che non si può iniziare a lavorare prima di avere concluso la scuola dell’obbligo, cioè prima di avere compiuto i 15 anni. Questo principio vige ancora, anche se la Legge Finanziaria del 2007 [2] ha posto un vincolo importante: per entrare nel mondo del lavoro si deve avere alle spalle almeno 10 anni di scuola. Di conseguenza, se la prima elementare si inizia di norma a 6 anni, l’età per cominciare a lavorare sarà di 16 anni. Tuttavia, chi si è seduto sui banchi di scuola già a 5 anni (magari perché nato verso la fine dell’anno solare) ci guadagna qualche mese.
Quando si può lavorare con meno di 16 anni?
Teniamo valida, comunque, la regola dei 16 anni come età minima per cominciare a lavorare. Una regola che, però, ha qualche strappo: si può iniziare a lavorare a 14 anni nel settore dell’agricoltura e nei servizi familiari, purché la salute del minore sia tutelata ed il lavoro non intralci l’obbligo scolastico. Si pensa, soprattutto, ad attività a conduzione familiare (una fattoria, un negozio). La legge [3] vieta anche che i ragazzini siano impegnati in turni festivi o notturni.
Ma, in realtà, è possibile lavorare anche al di sotto dei 14 anni, nel settore dello spettacolo o delle riprese cinematografiche. Pensate a quanti bambini vediamo regolarmente nelle fiction tv o nei film, sottoposti a regolare contratto con il consenso dei genitori. In questi casi, l’Ispettorato provinciale del lavoro, sentito il Prefetto e previo assenso scritto del genitore o tutore, può autorizzare l’ammissione al lavoro dei minori di età inferiore ai 15 anni e fino al compimento dei 18 anni, sempre che il lavoro non sia pericoloso e non si protragga oltre la mezzanotte (a quell’ora, per i bambini, la carrozza torna sempre zucca e arriva il momento di andare a nanna). Quest’autorizzazione viene rilasciata solo se ci sono tutte le condizioni necessarie ad assicurare la salute fisica e la moralità del minore e che, anche qui, non venga compromesso l’obbligo scolastico. Altro vincolo importante: il bambino o ragazzino dovrà avere un riposo di almeno 14 ore consecutive. A quell’età si dorme. Eccome.
Quale tipo di lavoro per i minorenni?
Chi vuole (o deve) cominciare a lavorare sotto l’età dei 16 anni deve sapere che non può svolgere lavori pericolosi, insalubri e faticosi [4], come quelli che comportano il sollevamento o il trasporto di merci troppo pesanti per la loro età. Non è nemmeno permesso impegnare i minori di 16 anni in lavori sotterranei in miniere o cave o gallerie e nella somministrazione di bevande alcooliche (sarebbe il colmo: la legge vieta che bevano loro, ci mancherebbe che si abituassero a venderle agli altri).
Affinché un ragazzino possa cominciare a lavorare sotto i 16 anni, deve fare una visita medica che certifichi la sua idoneità ad entrare nel mondo del lavoro e deve anche avere un trattamento particolare per quanto riguarda ferie, orario di lavoro, lavoro notturno e riposo settimanale. Se queste norme vengono violate, si è passibili di sanzioni penali.
[1] Legge n. 977/1967 modificata da art. 5 Dlgs. N. 345/1999.
[2] Legge 296/2006.
[3] DPR n. 36 del 04.01.1971.
[4] DPR n. 432 del 20.01.1976.
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L’ha ribloggato su Studio Seclì.
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