Le sentenze più importanti del 2016
Le sentenze più importanti dei giudici della Cassazione e della Corte Costituzionale che hanno chiarito come va interpretata la legge: come il diritto vivente delle aule giudiziarie supera quello scritto delle norme.
Le sentenze non sono più materiale dei soli avvocati, strumento di approfondimento della professione per chi deve fare i conti con le aule e le interpretazioni dei giudici. Le sentenze sono ormai pane quotidiano di tutti gli italiani, un mezzo per conoscere il diritto e la sua evoluzione: benché infatti esse dovrebbero avere effetto «solo tra le parti del processo», finiscono spesso per diventare legge, con valore per tutta la popolazione. E ciò nonostante il fatto spesso, il giudice di primo o secondo grado “se ne frega di quello che dice la Cassazione”.
Questo perché la giurisprudenza non è più solo “interpretativa”, ma è ormai diventata creativa, dove il significato delle norme viene espanso ogni oltre ragionevole spazio letterale. La giurisprudenza, specie quella di Cassazione e della Corte Costituzionale, si è di fatto sostituita al legislatore, creando norme mai espresse dal Parlamento. Tanto è vero che, non poche volte, le riforme vengono scritte sulla base di quelli che sono i consolidati orientamenti dei giudici, divenendo una sorta di codificazione di un diritto “praticato” nelle aule dei tribunali. È successo con la riforma sul condominio e con le numerose norme in materia di giustizia (primi tra tutti i nuovi limiti ai pignoramenti della pensione).
Ecco perché, anche per l’anno appena trascorso, conviene fare un riepilogo di quelle che sono state le pronunce più significative, quelle che hanno cambiato – e cambieranno – il diritto. Di seguito, dunque, elencheremo quelle che, a nostro avviso, sono state le sentenze più importanti del 2016. Per tutte le altre vi rinviamo all’articolo Come trovare una sentenza della Cassazione.
Stepchild adoption, sì per le coppie gay
Il 22 giugno 2016, la Cassazione ha dato il via libera alla stepchild adoption anche per le coppie gay. In forza di tale sentenza, chi convive stabilmente con il proprio partner ha la possibilità di adottare il figlio minore di quest’ultimo. Si applicherà, in questi casi, l’istituto della adozione in casi particolari, che non può subire discriminazioni solo a causa dell’orientamento sessuale del richiedente e alla conseguente natura della relazione con il proprio partner.
Avvocati impreparati, è illecito deontologico
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno firmato la bocciatura per gli avvocati che non conoscono le regole basilari del diritto: se il legale sbaglia clamorosamente, scatta non solo la responsabilità professionale e il conseguente obbligo di risarcimento del danno nei confronti del cliente (che, peraltro, se sussiste un’assicurazione, finisce per essere un peso lieve per il professionista), ma anche una responsabilità deontologica con possibilità di sanzioni disciplinari. Insomma, l’avvocato che non sa il diritto può essere “denunciato” presso il consiglio dell’Ordine.
La prescrizione delle cartelle di pagamento non è sempre uguale
Finalmente le Sezioni Unite della Cassazione hanno preso posizione su un tema dibattuto, molto caro ai contribuenti: la prescrizione delle cartelle esattoriali. Prescrizione che – secondo la sentenza dello scorso novembre – non può essere quella delle sentenze definitive (pari a 10 anni) anche se la cartella non viene impugnata. Al contrario il “termine di scadenza” della cartella dipende dal tipo di credito in essa riportato. Ad esempio, è di 5 anni per multe, Imu, Tasi, contributi Inps e Inail; è di 3 anni per il bollo auo; è di 10 anni per Iva, Irpef, canone Rai.
Condominio, danni del lastrico solare
Sempre le Sezioni Unite dettano un vademecum in materia di danni da infiltrazioni di acqua provenienti dal terrazzo condominiale. In tema di condominio negli edifici, quando il lastrico solare non sia di proprietà di tutti i condomini, a rispondere dei danni da infiltrazioni nell’appartamento sottostante rispondono sia il condomino proprietario, in qualità di custode del bene, sia lo stesso condominio, posto che la funzione di copertura dell’edificio propria del lastrico solare impone all’amministratore l’adozione dei controlli necessari alla conservazione delle parti comuni e all’assemblea di provvedere alle opere di manutenzione straordinaria.
Le spese di riparazione o ricostruzione sono per un terzo a carico del proprietario e per i restanti due terzi a carico del condominio.
Ricorso in Cassazione anche per norme sopravvenute
Se perdi una causa e successivamente cambiano le norme, hai ugualmente la possibilità di fare ricorso in Cassazione. A dirlo sono state le Sezioni Unite della Suprema Corte con una sentenza di ottobre. In pratica, la violazione di norme di diritto può concernere anche disposizioni emanate dopo la pubblicazione della sentenza impugnata. In pratica, è ammissibile il ricorso in Cassazione per violazione o falsa applicazione di norme emanate anche dopo la pubblicazione della sentenza impugnata, a condizione che esse abbiano effetto retroattivo.
Violentare una sola alunna è più grave che violentarne molte
Ha lasciato molta perplessità la sentenza della Cassazione dello scorso mese di giugno. Il tema è delicatissimo: un professore che abusa delle alunne. Nel caso in cui le violenze sessuali siano ripetute nei confronti della stessa persona c’è la reiterazione del reato; se invece le condotte plurime sono persone tra loro diverse, non si parla più di reiterazione e non c’è aggravante. È stata così riconosciuta l’attenuante al professore di scuola che violenta le sue alunne: e questo perché non c’è “reiterazione” della condotta quando la violenza viene esercitata non sulla stessa persona ma, ogni volta, su vittime differenti.
Articolo 18 ai soli pubblici dipendenti
Resta il gap tra pubblico e privato in materia di licenziamenti. La Cassazione ha stabilito che per i licenziamenti riguardanti gli impiegati pubblici deve essere applicato l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori così com’era prima della riforma Fornero.
Dunque, ai dipendenti pubblici non si applicano le modifiche apportate dalla legge Fornero all’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Ricordiamo che le modifiche apportate allo Statuto dei Lavoratori limitano la reintegra ai casi di «manifesta insussistenza» delle ragioni alla base del licenziamento. Il motivo della non applicabilità della riforma al settore del pubblico impiego sta nel fatto che le regole attuative previste per l’estensione della riforma alla Pubblica amministrazione non sono mai state emanate.
Addio precari della scuola
Assai importante la serie di sentenze della Cassazione contro la reiterazione dei contratti a termine nel pubblico impiego e, in particolare, nel settore della scuola. In tali casi, l’utilizzo del contratto a tempo determinato per oltre 36 mesi dà luogo non già alla stabilizzazione del contratto di lavoro ma a un risarcimento da 2,5 a 12 mensilità.
Sì al solo cognome della madre
Storica la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’automatismo del solo cognome paterno ai figli. La coppia può ora decidere di accordare alla prole anche il solo cognome della madre.
Sulle modalità pratiche di attuazione sarà opportuno l’intervento del legislatore.
Strisce blu: contrordine sulle multe
Dalla Cassazione stop ai ricorsi contro le multe sulle strisce blu: secondo una sentenza della scorsa estate, non è vero – come invece aveva precisato una circolare del Ministero – che non esiste una norma che sanzioni il parcheggio su area di sosta a pagamento a ticket scaduto. Le multe restano quindi completamente valide.
Permessi 104: addio all’obbligo di assistenza continua
Chi beneficia del permesso della legge n. 104 del 1992 non deve più stare, tutto il giorno, con il familiare afflitto dall’handicap. Secondo la Cassazione, infatti, pur rimanendo l’abuso dei permessi in questione un reato, è sempre consentito al lavoratore dedicare una parte della giornata per la cura di se stesso e per le relazioni sociali.
Tenuità del fatto, chiarimenti sul reato
Le sezioni Unite della Cassazione hanno stabilito che la causa di non punibilità per tenuità del fatto può essere applicata a ogni reato, e cioè anche a quei delitti per i quali il legislatore ha previsto delle soglie di rilevanza penale, ma è esclusa quando l’autore ha commesso più reati della stessa indole, oltre a quello oggetto del procedimento.
Alcoltest
È ufficiale: chi guida in stato di ebbrezza ed ha sforato la soglia di alcol oltre la quale scatta il penale (0,8 g/l), oppure si rifiuta di effettuare l’alcoltest potrà ottenere la “non punizione” per tenuità del fatto (archiviazione del procedimento penale e non menzione sul casellario giudiziario), sempre che non sia recidivo o che al reato non si applichino aggravanti (come per esempio quella di aver provocato un incidente). Anche questo orientamento è firmato dalle Sezioni Unite della Cassazione.
Arresto in flagranza: quando è illegittimo
Secondo la Cassazione, non può procedersi all’arresto in flagranza sulla base di informazioni della vittima o di terzi fornite nella immediatezza del fatto: affinché l’arresto in flagranza sia valido, è necessario che vi sia la certezza o l’altissima probabilità che la persona arrestata sia la stessa che ha commesso il reato
Licenziamento libero anche senza crisi
Viene infine liberalizzato dalla Cassazione il licenziamento per conseguire maggiori utili. Il posto di lavoro si può perdere, quindi, non solo per crisi aziendale ma anche sacrificandosi all’altare del profitto dell’imprenditore. La sentenza, com’è facile attendersi, ha suscitato non poche polemiche.
FONTE: http://bit.ly/2josXDR
L’ha ribloggato su Studio Seclì.
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