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Assumere coi voucher conviene ancora?

Assumere coi voucher conviene ancora?

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Buoni lavoro occasionale accessorio: quant’è pagato il lavoratore, a quanto ammontano i contributi previdenziali e assicurativi.

Vorrei assumere un lavoratore per un breve periodo, ma mi hanno detto che adesso i voucher non convengono più: è vero?

In merito ai buoni lavoro, meglio noti col nome di voucher, non ci sono stati, di recente, cambiamenti nel loro valore o nel limite massimo di retribuzione entro cui possono essere utilizzati. Il motivo secondo cui, per molte persone, i voucher non convengono più è dovuto all’introduzione di un ulteriore obbligo, l’invio preventivo di una mail all’ispettorato del lavoro, nella quale si devono elencare nel dettaglio le ore di attività che deve prestare il lavoratore. Se questa mail non è inviata con almeno 60 minuti di anticipo rispetto all’inizio dell’attività lavorativa, chi impiega il lavoratore è soggetto a una sanzione che può arrivare a 2400 euro.

Tuttavia, le sanzioni e gli adempimenti in materia di voucher non sono un’assoluta novità, ma esistono già da tempo. Con l’invio della comunicazione preventiva, però, si dà un giro di vite a chi abusa di questo strumento, come chi attiva un solo voucher a fronte di una giornata intera di lavoro, o addirittura a fronte di un intero fine settimana.

Ma procediamo per ordine e vediamo quali sono gli adempimenti necessari per attivare i voucher, quali sono i limiti di utilizzo e a quanto ammontano retribuzione e contributi, per capire se i buoni lavoro convengono davvero.

Voucher: quanto vale un buono

Un buono lavoro ha il valore di 10 euro e corrisponde a un’ora di lavoro. Di questi 10 euro:

  • 7,50 vanno al lavoratore;
  • 1,30 sono versati all’Inps gestione separata (per la sola pensione: il lavoratore non è tutelato contro malattia, disoccupazione o maternità);
  • 0,75 sono versati all’Inail come assicurazione contro gli infortuni;
  • 0,50 sono versati all’Inps per la gestione dei servizi.

La convenienza rispetto a un normale contratto di lavoro dunque c’è, soprattutto dal punto di vista dei contributi previdenziali e assicurativi, che risultano normalmente  molto più alti. Ci sono, però, dei precisi limiti da rispettare.

Voucher: retribuzione massima

Per quanto riguarda i limiti di retribuzione, bisogna sottolineare che l’importo massimo annuo che si può ricevere con i voucher è pari a 7.000 euro netti, cioè 9.660 euro lordi. Se la prestazione è resa per un’impresa o un professionista, poi, il limite scende a 2.000 euro netti per singolo committente: queste soglie sono state previste per non distorcere la finalità dei voucher, che è quella di tutelare il lavoro occasionale; se la retribuzione è più alta rispetto agli importi elencati, si presume che il lavoro sia continuativo e non occasionale. Non esistono più, invece, i limiti legati alle tipologie di lavoratori (sino a poco tempo fa potevano essere retribuiti con i buoni solo particolari categorie, come studenti  e pensionati), né alle tipologie di attività: ora, difatti, i voucher sono validi per retribuire le prestazioni in tutti i settori.

Voucher: gli adempimenti

Attivare un voucher comporta l’effettuazione di una serie di adempimenti non molto semplice. Riassumendo, il committente deve:

  • acquistare il voucher tramite una delle seguenti modalità:
    • procedura telematica Inps;
    • tabaccai che aderiscono alla convenzione Inps-Fit;
    • servizio internet banking Intesa Sanpaolo;
    • banche popolari abilitate;
  • registrarsi presso il sito dell’Inps, se in possesso di pin o di identità unica digitale spid (diversamente, il primo passaggio è procurarsi pin o spid);
  • accertarsi che il lavoratore sia registrato, altrimenti farlo registrare;
  • compilare la dichiarazione del rapporto di lavoro;
  • compilare la sezione dell’attivazione del rapporto di lavoro, prima che il lavoratore inizi a prestare la propria attività;
  • 60 minuti prima che il lavoratore inizi l’attività, inviare una mail all’Ispettorato del lavoro in cui siano dettagliate le ore di lavoro da prestare.

Rispetto alla vecchia procedura, l’unica variazione recente consiste, come abbiamo detto, nell’obbligo di inviare una mail all’Ispettorato; ad ogni modo, l’attivazione del rapporto all’Inps, anche precedentemente, doveva preesistere all’inizio della prestazione: se il voucher risulta, difatti, attivato più tardi rispetto a un eventuale accesso ispettivo, al committente vengono inflitte le pesanti sanzioni previste per il lavoro nero.

FONTE: http://bit.ly/2j8DLqx

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1 pensiero su “Assumere coi voucher conviene ancora?”

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