Il giro di vite sulle Co.co.co. e le false partite Iva, iniziato con la Legge Fornero, è culminato nel Jobs Act, col decreto di riordino dei contratti [1]: il decreto ha dato un vero e proprio colpo di spugna sulla parasubordinazione, cancellando le collaborazioni a progetto, e riconducendo la maggior parte delle Co.co.co. al rapporto di lavoro subordinato, con la creazione delle Co.co.pe. (collaborazioni continuative a carattere personale).
Avere una collaborazione Cococo genuina, dal 2016, risulterà notevolmente complicato, come del resto lo sarà evitare di ricondurre al lavoro subordinato le Partite Iva che operino con forme di stretta collaborazione col committente (ad esempio, presso la sede di lavoro aziendale).
Un modo di “salvarsi” dal lavoro dipendente potrà essere la certificazione del contratto quale collaborazione autentica, priva del carattere della personalità, dell’esclusività e dell’organizzazione di modalità, orario e luogo di lavoro da parte del committente.
Tuttavia, la certificazione può non bastare, qualora in sede di accertamento ispettivo si riscontri che le modalità di svolgimento dell’attività siano differenti da quanto certificato nel contratto.
Fortunatamente, il Decreto ha previsto l’istituzione, dal primo gennaio 2016, di una sanatoria, che consenta di trasformare finte o dubbie Cococo e Partite Iva in contratto subordinato, evitando sanzioni per il datore di lavoro.
Come funziona la sanatoria Cococo Partite Iva
La sanatoria consisterà, nella pratica, in una conciliazione, che potrà essere sottoscritta dai seguenti soggetti:
– Cococo, Cocopro, Mini Cococo, il cui contratto sia trasformato, dal 2016, in contratto di lavoro subordinato;
– lavoratori autonomi occasionali, o con Partita Iva (compresi i professionisti iscritti agli albi), il cui contratto sia trasformato, dal 2016, in contratto di lavoro subordinato.
La conciliazione dovrà avvenire presso una sede protetta [2], oppure presso una commissione di certificazione, e dovrà riguardare tutte le pretese possibili riguardanti il precedente rapporto lavorativo.
I benefici di tale sanatoria consistono nell’estinzione di tutti gli illeciti amministrativi, contributivi e fiscali inerenti l’errata qualificazione del rapporto di lavoro; restano fuori solo gli illeciti accertati durane un’eventuale ispezione precedente alla trasformazione del contratto.
La sanatoria, salvo future indicazioni contrarie, dovrebbe essere compatibile con il nuovo incentivo previsto dalla Legge di Stabilità 2016, che prevede degli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato (ancora non se ne conosce la misura esatta, ma si ritiene che sarà totale per le Regioni del Sud).
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L’ha ribloggato su Studio Seclì.
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