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Naspi, cosa fare se trovo lavoro?

Non si perde l’assegno di disoccupazione se il nuovo lavoro non comporta un reddito congruo.

Lavoro o disoccupazione? Una domanda che una persona assennata non dovrebbe mai porsi, ma che da noi non è così infrequente. Lo sanno bene le Procure della Repubblica di mezza Italia, costrette spesso a intentare procedimenti penali a carico di disoccupati che, pur di non perdere la Naspi (ossia l’indennità di disoccupazione), rinunciano alla formale assunzione, lavorando in nero. Un comportamento questo che, neanche a dirlo, costituisce un duplice reato: da un lato quello di «indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato», dall’altro quello di «falsità ideologica in atto pubblico» per il privato che abbia dichiarato all’Inps di non essere occupato. Ed oltre al penale scatta anche l’obbligo di restituire allo Stato le somme ottenute. In verità, contrariamente a quanto si crede, chi trova lavoro non perde sempre la Naspi, ma solo quando il nuovo impiego garantisce un certo reddito. Di questo parleremo nel presente articolo destinato appunto a chiarire, in materia di Naspicosa deve fare chi trova lavoro.

Le regole della Naspi

Innanzitutto ricordiamo che il sussidio di disoccupazione si chiama Naspi. Come abbiamo già spiegato nella guida Naspi: cos’è e come funziona, il sussidio dura, in genere, due anni. L’importo del sussidio di disoccupazione non resta sempre uguale ma, dal quarto mese, scende del 3% al mese. Il calcolo è complesso e dipende anche da altri fattori: ma con approssimazione si passa da un sussidio pieno di circa 1.200 euro al mese all’inizio del periodo di disoccupazione, a uno di circa 600 euro alla fine dei due anni.

Si perde la Naspi principalmente in due ipotesi:

  1. quando si trova un nuovo lavoro
  2. quando si rifiuta un’offerta di lavoro «congrua».

Che vuol dire? Separiamo le due ipotesi.

Chi trova un nuovo lavoro perde la Naspi?

Lavoro autonomo

Il lavoratore che avvia un’attività di lavoro autonomo continua a percepire la Naspi in misura ridotta, purché il reddito annuale derivante da tale attività non superi attualmente 4.800 euro (ossia il reddito che corrisponde a un’imposta lorda pari o inferiore alle detrazioni spettanti per redditi da lavoro dipendente, attualmente pari). Egli deve comunicare all’INPS entro un mese dalla domanda di prestazione il reddito annuo previsto.

La Naspi viene ridotta di un importo pari all’80% del reddito previsto, rapportato al periodo di tempo intercorrente tra la data di inizio dell’attività e la data in cui termina il periodo di godimento dell’indennità o, se antecedente, la fine dell’anno. La riduzione è ricalcolata d’ufficio al momento della presentazione della dichiarazione dei redditi.

Lavoro dipendente o parasubordinato

Il lavoratore che accetta un altro lavoro dipendente non perde la Naspi se il nuovo lavoro non supera un reddito annuo di 8mila euro.

Chi rifiuta un nuovo lavoro perde la Naspi?

In generale, chi rifiuta un nuovo lavoro perde la Naspi. Tuttavia ciò non vale per qualsiasi lavoro, ma solo per quelli che offrono una retribuzione congrua. Significa che il nuovo stipendio deve essere superiore del 20% al sussidio che il disoccupato percepisce in quel momento. Quindi, ad esempio, se il disoccupato prende un assegno di disoccupazione di mille euro, non lo perde se rifiuta un nuovo lavoro di 1.100 euro.

È possibile sospendere la Naspi per i lavori di durata minore di sei mesi, in modo da non dover operare la riduzione dell’80% del reddito.

FONTE: http://bit.ly/2gTZJ09

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