Come diventare buttafuori
Addetti alla sicurezza di locali, alberghi, discoteche, concerti ed altri eventi: le norme per diventare buttafuori.
Al di là della stazza fisica, dell’altezza, dell’assenza di paura e di una naturale attitudine a “gettarsi nella mischia”, chi vuole fare il buttafuori deve rispondere anche a determinati requisiti imposti dalla legge. In pochi sanno, infatti, che per diventare “addetti alla sicurezza” di locali ed eventi bisogna essere iscritti in uno speciale albo tenuto presso la Prefettura, il cui inserimento è appunto subordinato alla verifica del possesso delle condizioni imposte da un decreto del Ministero degli interni. Ma procediamo con ordine e vediamo come si diventa buttafuori.
Innanzitutto è bene chiarire che le regole per diventare buttafuori sono le stesse sia che tale figura venga impiegata all’interno o all’esterno di una discoteca, in un ristorante, durante un evento come un concerto, una manifestazione, un comizio, uno sfilata, un incontro con la stampa di un personaggio famoso, una rassegna cinematografica ecc.
In secondo luogo, bisogna sfatare un luogo comune: sebbene il buttafuori sia normalmente una persona di corporatura massiccia, diremmo quasi “inamovibile”, quindi in grado di gestire situazioni di crisi come risse, cariche, esaltati e fanatici, la legge non impone specifici requisiti fisici (altezza, peso) o prove di muscolatura particolari. L’importante è che il buttafuori sia:
- maggiorenne: non possono fare l’addetto alla sicurezza i ragazzi che abbiano meno di 18 anni;
- di buona salute fisica e mentale, non daltonico e con una buona capacità di vista (immaginereste mai un buttafuori che debba indossare gli occhiali per vedere un pericolo a distanza?);
- non dedito all’uso di alcool e droghe;
- di buon udito e olfatto;
- in generale privo di elementi psicopatologici, anche pregressi: tale salubrità mentale deve essere attestata da certificato medico rilasciato dalle autorità sanitarie pubbliche (ASL).
Se sotto l’aspetto fisico è sufficiente rispondere ai predetti requisiti per poter diventare buttafuori, dal punto di vista giuridico questi non deve:
- aver mai riportato una condanna penale, anche se la sentenza non è ancora definitiva, per delitti non colposi (per es. basterebbe una semplice condanna in primo grado, anche se appellata, per far cessare la compatibilità con questo lavoro);
- non essere mai stato sottoposto a misure di prevenzione o destinatario di provvedimenti di divieto di accedere a manifestazioni sportive (DASPO);
- non essere aderente (o essere stato aderente in passato) a movimenti, associazioni o gruppi organizzati aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Infine rilevano i requisiti di formazione scolastica. Difatti per diventare buttafuori è necessario essere in possesso di:
- diploma di scuola media inferiore;
- attestato di superamento di un apposito corso di formazione che prevede lo studio di materie di area giuridica, tecnica, psicologico-sociale.
Alla presenza di tutti questi requisiti, l’aspirante buttafuori deve fare richiesta, alla Prefettura, di iscrizione in un particolare elenco speciale (gestito dalla Prefettura stessa) chiamato: “Elenco addetti ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo”.
La perdita di uno o più requisiti comporterà la cancellazione dall’albo
Maggiori approfondimenti sono contenuti nella normativa di riferimento ossia il Decreto 6 ottobre 2009 del Ministero dell’Interno che istituisce appunto l’elenco degli addetti alla sicurezza fuori e dentro i locali (così detti buttafuori) qui di seguito riportato.
Visto il regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modifiche e integrazioni;
Visto il regio decreto 6 maggio 1940, n. 635 e successive modifiche e integrazioni;
Visto l’art. 3 della legge n. 94 del 15 luglio 2009 recante «Disposizioni in materia di sicurezza pubblica» e, in particolare, i commi dal 7 al 13 che autorizzano e disciplinano l’impiego di personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi anche a tutela dell’incolumità dei presenti;
Rilevato che il predetto art. 3 della legge n. 94 del 15 luglio 2009, al comma 9, rinvia ad un decreto del Ministro dell’interno, da adottarsi entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, la definizione dei requisiti per l’iscrizione nell’elenco di cui al comma 8 dello stesso articolo, delle modalità per la selezione e della formazione del personale, degli ambiti applicativi e del relativo impiego;
Decreta:
Art. 1.
Requisiti per l’iscrizione nell’elenco e modalità di selezione del personale addetto ai servizi di controllo
L’iscrizione nell’elenco è condizione per l’espletamento dei servizi predetti.
2. I gestori delle attività di cui al comma 1 possono provvedere ai servizi di controllo direttamente con proprio personale o avvalendosi di personale dipendente da istituti autorizzati a norma dell’art. 134 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773.
3. La domanda di iscrizione nell’elenco è presentata al Prefetto competente per territorio a cura del gestore delle attività di cui al comma 1 ovvero del titolare dell’istituto di cui al comma 2.
4. L’iscrizione nell’elenco di cui al comma 1 è subordinata al possesso dei seguenti requisiti:
a) età non inferiore a 18 anni;
b) buona salute fisica e mentale, assenza di daltonismo, assenza di uso di alcool e stupefacenti, capacità di espressione visiva, di udito e di olfatto ed assenza di elementi psicopatologici, anche pregressi, attestati da certificazione medica delle autorità sanitarie pubbliche;
c) non essere stati condannati, anche con sentenza non definitiva, per delitti non colposi;
d) non essere sottoposti nè essere stati sottoposti a misure di prevenzione, ovvero destinatari di provvedimenti di cui all’art. 6 della legge 13 dicembre 1989, n. 401;
e) non essere aderenti o essere stati aderenti a movimenti, associazioni o gruppi organizzati di cui al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito dalla legge 25 giugno 1993, n. 205;
f) diploma di scuola media inferiore;
g) superamento del corso di formazione di cui all’art. 3.
5. In caso di perdita da parte di uno dei soggetti di cui all’art. 1, comma 1, di uno o più requisiti previsti dal presente articolo, ovvero qualora lo stesso ponga in essere comportamenti in contrasto con quanto previsto dall’art. 3, commi 7, 8, 9, 10, 11 e 12 della legge 15 luglio 2009, n. 94, ovvero con quanto stabilito dalle disposizioni di cui al presente decreto, fermo restando il disposto del comma 13 dell’art. 3 della citata legge, il Prefetto comunica l’avvenuta cancellazione dall’elenco all’interessato, al gestore delle attività di intrattenimento e di pubblico spettacolo o al titolare dell’istituto di cui al comma 2 per il divieto di impiego nei servizi disciplinati dal presente decreto.
Revisione biennale
Corso di formazione del personale addetto ai servizi di controllo
1) area giuridica, con riguardo in particolare alla materia dell’ordine e della sicurezza pubblica, ai compiti delle Forze di polizia e delle polizie locali, alle disposizioni di legge e regolamentari che disciplinano le attività di intrattenimento di pubblico spettacolo e di pubblico esercizio;
2) area tecnica, con particolare riguardo alla conoscenza delle disposizioni in materia di prevenzione degli incendi, di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, di nozioni di primo soccorso sanitario;
3) area psicologico-sociale, avuto riguardo in particolare alla capacità di concentrazione, di autocontrollo e di contatto con il pubblico, alla capacità di adeguata comunicazione verbale, alla consapevolezza del proprio ruolo professionale, all’orientamento al servizio e alla comunicazione anche in relazione alla presenza di persone diversamente abili.
Art. 4.
Ambiti applicativi
a) nei luoghi aperti al pubblico ove si effettuano attività di intrattenimento e di pubblico spettacolo;
b) nei pubblici esercizi;
c) negli spazi parzialmente e temporaneamente utilizzati a fini privati, ma comunque inseriti in luoghi aperti al pubblico.
Impiego del personale addetto ai compiti di controllo
a) controlli preliminari:
a.1) osservazione sommaria dei luoghi per verificare la presenza di eventuali sostanze illecite o oggetti proibiti, nonchè di qualsiasi altro materiale che possa essere impropriamente utilizzato mettendo a rischio l’incolumità o la salute delle persone, con obbligo di immediata comunicazione alle Forze di polizia e alle altre Autorità o strutture pubbliche competenti;
a.2) adozione di ogni iniziativa utile ad evitare che sia creato ostacolo o intralcio all’accessibilità delle vie di fuga e comunque a garantire il regolare svolgimento delle attività di intrattenimento;
b) controlli all’atto dell’accesso del pubblico:
b.1) presidio degli ingressi dei luoghi di cui al precedente art. 4 e regolamentazione dei flussi di pubblico;
b.2) verifica dell’eventuale possesso di un valido titolo di accesso qualora previsto e, nel caso di biglietto nominativo o di un’età minima prevista per l’accesso, verifica del documento di riconoscimento, e del rispetto delle disposizioni che regolano l’accesso;
b.3) controllo sommario visivo delle persone, volto a verificare l’eventuale introduzione di sostanze illecite, oggetti proibiti o materiale che comunque possa essere pericoloso per la pubblica incolumità o la salute delle persone, con obbligo di immediata comunicazione alle Forze di polizia ed alle altre Autorità o strutture pubbliche competenti;
c) controlli all’interno del locale:
c.1) attività generica di osservazione per la verifica del rispetto delle disposizioni, prescrizioni o regole di comportamento stabilite da soggetti pubblici o privati;
c.2) concorso nelle procedure di primo intervento, che non comporti l’esercizio di pubbliche funzioni, nè l’uso della forza o di altri mezzi di coazione o l’esposizione a profili di rischio, volto a prevenire o interrompere condotte o situazioni potenzialmente pericolose per l’incolumità o la salute delle persone. Resta fermo l’obbligo di immediata segnalazione alle Forze di polizia e alle altre Autorità o strutture pubbliche competenti, cui, a richiesta, deve essere prestata la massima collaborazione.
Divieto dell’uso delle armi
Riconoscibilità del personale addetto ai compiti di controllo
Norma transitoria
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