Disoccupati, arriva l’assegno di ricollocazione 2017
Nuove misure di politiche attive del lavoro: finalmente operativo l’assegno di ricollocazione per i disoccupati percettori di Naspi senza lavoro.
Finalmente operativo il nuovo assegno di ricollocazione, destinato ai disoccupati da almeno 4 mesi, che percepiscono la Naspi (l’attuale indennità di disoccupazione, che sostituisce Aspi e mini Aspi) e non hanno ancora trovato un nuovo impiego.
La misura, in questo primo periodo, ha carattere sperimentale ed è destinata a 30.000 lavoratori rientranti tra chi ha i requisiti: a questo campione di disoccupati verrà inviata una comunicazione a mezzo posta e un avviso via email o sms, per attivare il beneficio. L’adesione alla sperimentazione è comunque volontaria e il suo rifiuto non pregiudica il mantenimento della Naspi, come, del resto non lo pregiudica nemmeno la fruizione dell’assegno di ricollocazione, che non va in tasca al beneficiario, ma ai servizi che lo hanno in carico.
Ma procediamo per ordine e vediamo come funziona l’assegno di ricollocazione, chi sono i beneficiari, come si ottiene la misura e quali agevolazioni comporta.
Assegno di ricollocazione: come funziona
L’assegno di ricollocazione è un sussidio indipendente sia dalla Naspi che dall’Asdi (l’assegno di disoccupazione, un’indennità ulteriore che spetta al termine della Naspi, per chi si trova in particolari condizioni economiche), perché non si tratta di un semplice sostegno del reddito, ma di una misura di politica attiva del lavoro. L’assegno viene infatti erogato sotto forma di voucher e consente di fruire dei servizi pubblici e privati per trovare una nuova occupazione.
Assegno di ricollocazione: beneficiari
Possono beneficiare del voucher di ricollocazione tutti i disoccupati da almeno 4 mesi: significa che l’ultimo rapporto di lavoro deve essere cessato almeno 4 mesi prima della data di decorrenza dell’assegno. I disoccupati, poi, devono essere beneficiari della Naspi, ossia della nuova indennità di disoccupazione e devono dunque:
- aver già reso la Did, la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
- aver firmato il patto di servizio, cioè il documento, contenente un dettagliato programma (incontri di formazione, attività di riqualificazione, etc.), che il lavoratore deve firmare e al quale deve attenersi per ricevere la Naspi, l’Asdi (l’assegno di disoccupazione che si percepisce successivamente alla Naspi, in determinati casi) o la Dis-Coll (la disoccupazione per i cococo).
Bisogna però precisare che il patto di servizio durante il periodo di erogazione del voucher viene sospeso: nel caso dell’assegno di ricollocazione, sono infatti responsabili delle attività di riqualificazione e di ricerca di un nuovo lavoro le agenzie o i centri per l’impiego che seguono i lavoratori, in quanto sono questi enti, non i disoccupati, i destinatari finali della prestazione.
Assegno di ricollocazione: ammontare
L’ammontare dell’assegno, erogato sotto forma di voucher, dipende dal profilo di occupabilità del beneficiario e va da un minimo di 1.000 euro a un massimo di 5.000 euro.
Il profilo di occupabilità, in particolare, è definito da una valutazione fatta dal centro per l’impiego sulla base dei principali criteri che possono comportare difficoltà nel trovare un nuovo lavoro, come competenze, esperienza pregressa, zona di residenza ed età dell’interessato.
L’assegno non viene incassato dal disoccupato, ma deve essere obbligatoriamente speso nei servizi per il lavoro pubblici o privati. Il lavoratore, in ogni caso, non deve inserire nella dichiarazione dei redditi l’ammontare dell’assegno di ricollocazione, perché si tratta di un reddito esente da tassazione.
Assegno di ricollocazione: domanda
In questa prima fase di sperimentazione dell’assegno di ricollocazione, il lavoratore non deve fare una vera e propria domanda, ma, se rientra nella platea degli interessati, deve attendere di essere contattato (via posta, email o sms). A questo punto, deve decidere se aderire alla sperimentazione.
Se aderisce, può richiedere l’assegno di ricollocazione al centro per l’impiego (Cpi) presso cui ha rilasciato la Did, oppure può richiederlo con la procedura telematica del portale Anpal (il portale delle politiche attive del lavoro).
Il beneficiario deve poi decidere se spendere l’assegno di ricollocazione presso i Cpi o i soggetti accreditati ai servizi per il lavoro a livello nazionale o regionale.
Assegno di ricollocazione: rimborso per gli operatori
Nel caso in cui l’attività di assistenza intensiva alla ricollocazione si concluda con un’assunzione del beneficiario, i soggetti accreditati ai servizi per il lavoro e i Cpi avranno diritto all’assegno di ricollocazione: in particolare, spetterà un rimborso variabile dai 1.000 ai 5000 euro, in base al profilo personale di occupabilità (il cosiddetto profiling) del beneficiario, per ogni contratto a tempo indeterminato.
Gli importi si dimezzano nel caso di contratti a tempo determinato di almeno 6 mesi e si riducono ancora, da un minimo di 250 a un massimo di 1.250 euro, nel caso di contratti di durata di 3 mesi attivabili nelle sole Regioni definite “meno sviluppate” (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia).
Nel caso in cui il lavoratore non trovi un impiego, agli operatori spetterà solo un piccolo rimborso, detto «Fee4services», pari a 106,50 euro, a condizione che abbiano comunque realizzato una soglia minima di successi occupazionali per ogni singola sede operativa, nei 6 mesi precedenti la richiesta di rimborso.
La sperimentazione è finanziata con uno stanziamento complessivo di 32 milioni di euro, a valere sul Fondo per le politiche attive del lavoro.
Non è prevista alcuna data di termine della sperimentazione.
FONTE: http://bit.ly/2mijlid
L’ha ribloggato su Studio Seclì.
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