Quali sono gli adempimenti fiscali di chi ha un contratto di lavoro subordinato: modello 730, redditi, dichiarazione Isee.
Anche i lavoratori dipendenti hanno degli adempimenti fiscali da sbrigare ogni anno: il principale appuntamento col fisco consiste nell’invio del modello 730, un modello semplificato di dichiarazione dei redditi che, da qualche anno a questa parte, è disponibile anche in forma precompilata presso il sito dell’Agenzia delle entrate.
Per chi si dimentica di presentare il 730, o per chi ha fatto degli errori, c’è tempo sino al 31 ottobre per presentare il modello Redditi (ex modello Unico). In alternativa, ma solo per alcuni tipi di correzioni, si può presentare il modello 730 integrativo.
Infine, per chi deve richiedere prestazioni o agevolazioni, o deve rateizzare delle cartelle, è anche obbligatoria la presentazione della dichiarazione Isee, o Dsu (si tratta della dichiarazione dalla quale si ricavano gli indicatori della situazione economica e patrimoniale della famiglia); la dichiarazione Isee scade il 15 gennaio di ogni anno, ma dal 2019 la data di scadenza della validità sarà spostata al 31 agosto.
Non tutti, ad ogni modo, sono obbligati a presentare queste dichiarazioni: alcuni dipendenti sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, mentre chi non ha la necessità di prestazioni, rateazioni o agevolazioni può evitare di presentare la dichiarazione Isee.
Ma procediamo per ordine e facciamo il punto sui principali adempimenti fiscali di un lavoratore dipendente.
Quando il dipendente deve presentare la dichiarazione dei redditi?
Il dipendente paga le tasse tutti i mesi: nella busta paga, difatti, gli sono trattenute dallo stipendio l’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) e le addizionali, regionale e comunale.
Perché, allora, deve presentare la dichiarazione dei redditi? La dichiarazione deve essere presentata nel caso in cui, nonostante le trattenute in busta paga, il lavoratore risulti a debito d’imposta: ad esempio, perché percepisce un affitto o altri redditi di varia natura. Può bastare anche aver ricevuto un’indennità di disoccupazione, nell’anno, per obbligarlo alla presentazione della dichiarazione dei redditi: nella dichiarazione, difatti, vanno indicati tutti i redditi percepiti, ad eccezione dei redditi esenti e di alcuni redditi soggetti a tassazione separata.
Ma cerchiamo di capire meglio, osservando i casi in cui il dipendente può evitare di presentare la dichiarazione dei redditi.
Quando il dipendente non è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi?
Il lavoratore può non presentare la dichiarazione dei redditi se ricorre una delle seguenti condizioni:
- possiede un solo reddito da lavoro dipendente o assimilato (co.co., tirocini, borse di studio, disoccupazione), corrisposto da un unico datore di lavoro o sostituto d’imposta obbligato ad effettuare le ritenute; le detrazioni eventualmente fruite per i familiari a carico devono effettivamente spettare e devono essere state addebitate correttamente l’addizionale regionale e le addizionali comunali;
- possiede più redditi da lavoro dipendente e assimilati, se l’ultimo sostituto d’imposta li ha conguagliati; le detrazioni eventualmente fruite per i familiari a carico devono effettivamente spettare e devono essere state addebitate correttamente l’addizionale regionale e le addizionali comunali;
- possiede uno o più redditi da lavoro dipendente e assimilati (alle condizioni appena esposte) e redditi da abitazione principale non di lusso, relative pertinenze e altri fabbricati non affittati situati in un comune diverso da quello dell’abitazione principale;
- possiede uno o più redditi da lavoro dipendente e assimilati (alle condizioni appena esposte) e altri redditi, se il reddito complessivo non supera 8mila euro (al netto dell’abitazione principale e delle relative pertinenze) ed il periodo di lavoro non è inferiore a 365 giorni;
- possiede uno o più redditi da lavoro dipendente e assimilati (alle condizioni appena esposte) e altri redditi per i quali la detrazione prevista non è rapportata al periodo di lavoro (come avviene per il lavoro autonomo occasionale): in questo caso il reddito complessivo non deve superare 4800 euro.
Se il lavoratore possiede uno o più redditi da lavoro dipendente assieme a redditi di pensione (alle condizioni già esposte: conguaglio effettuato, detrazioni per carichi di famiglia effettivamente spettanti, nessuna addizionale dovuta), è esonerato dalla presentazione della dichiarazione dei redditi se:
- il reddito complessivo non supera 8mila euro;
- il periodo di pensione non è inferiore a 365 giorni.
Se il lavoratore possiede uno o più redditi da lavoro dipendente (alle condizioni già esposte: conguaglio effettuato, detrazioni per carichi di famiglia effettivamente spettanti, nessuna addizionale dovuta), assieme al reddito derivante dagli assegni corrisposti periodicamente dal coniuge, è esonerato dalla presentazione del 730 se il reddito complessivo non supera 7.500 euro.
Come si fa la dichiarazione dei redditi del dipendente?
Il dipendente può presentare la dichiarazione dei redditi avvalendosi di un modello semplificato, il modello 730. Questo modello, solitamente, può essere presentato a partire dal mese di maggio di ogni anno, sino alla metà del mese di luglio, tramite Caf, professionisti o accedendo ai servizi dell’Agenzia delle entrate.
Il modello 730 è il modello di dichiarazione dei redditi dedicato ai lavoratori dipendenti ed ai pensionati, e, in generale, a chi non ha una partita Iva aperta. Ad oggi è possibile utilizzare il 730 per dichiarare le seguenti tipologie di reddito:
- redditi di lavoro dipendente;
- redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente;
- redditi dei terreni e dei fabbricati;
- redditi di capitale;
- redditi di lavoro autonomo occasionale, per i quali non è richiesta la partita iva;
- altri redditi;
- alcuni dei redditi assoggettabili a tassazione separata.
Come funziona la dichiarazione dei redditi precompilata?
La dichiarazione dei redditi precompilata, o modello 730 precompilato, è un modello di dichiarazione, a cui si può accedere dal sito dell’Agenzia delle Entrate, che presenta molti dati (redditi, spese, acconti, ritenute…) già caricati all’interno della dichiarazione.
Ogni anno il modello 730 precompilato è sempre più ricco di informazioni, perché aumenta il numero di soggetti obbligati a comunicare determinati dati alle Entrate: ad esempio, per quanto riguarda le spese sanitarie, sono riportati i medicinali e i dispositivi medici acquistati nelle farmacie e nelle parafarmacie, le spese detraibili effettuate presso gli ottici (acquisto di occhiali da vista, lenti a contatto) e le spese sostenute per cure presso strutture sanitarie, psicologi, infermieri, ostetriche e medici specialisti. Nel 730 precompilato sono poi presenti i dati inviati dagli amministratori di condominio sulle spese per i bonus ristrutturazione ed ecobonus (lavori agevolati al 50 e 65%), i dati relativi alle spese universitarie (detraibili al 19%) e d’istruzione, i dati relativi alle spese per assicurazioni, mutui e per il pagamento di contributi previdenziali, anche facoltativi.
Tuttavia, nonostante l’abbondanza di informazioni, la dichiarazione dei redditi deve comunque essere controllata da chi la presenta: potrebbero infatti esserci degli errori e dei dati mancanti.
Come si accede alla dichiarazione dei redditi precompilata?
È possibile accedere al 730 precompilato attraverso modalità differenti:
- tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate, se si è utenti abilitati Fisconline, utilizzando le proprie credenziali di accesso al servizio: il percorso, all’interno del sito delle Entrate, è “Cittadini- Dichiarazioni-730/2018”; per semplificare l’accesso, l’Agenzia ha attivato un’apposita finestra che collega direttamente al 730 precompilato appena si apre il sito; al 730 precompilato si può accedere anche se si possiede l’identità digitale unica Spid o la Cns, la carta nazionale dei servizi;
- tramite il sito dell’Inps, nella sezione Servizi per il cittadino: bisogna accedere con le proprie credenziali Inps (è necessario il codice pin dispositivo) o con l’identità unica Spid;
- tramite il sito NoiPA, utilizzando le proprie credenziali, se si è dipendenti pubblici;
- tramite CAF o professionisti abilitati: in questo caso si deve dare un’apposita delega all’intermediario che avrà il potere di accedere alla dichiarazione, modificarla ed inviarla
Oltreché il 730 precompilato, è possibile anche ottenere il modello redditi precompilato.
Che cosa succede dopo che si è presentata la dichiarazione dei redditi?
La dichiarazione dei redditi serve per stabilire se il lavoratore è a debito o a credito d’imposta; dalla dichiarazione potrebbe comunque non derivare alcun debito o alcun credito.
In parole semplici, una volta indicati nel modello i redditi imponibili prodotti ed i costi e gli oneri deducibili o detraibili, assieme alle trattenute, ad eventuali crediti d’imposta e acconti, il risultato della dichiarazione può essere:
- a debito: il dipendente, dunque, deve pagare più tasse rispetto a quelle già trattenute in busta paga;
- a credito: in questo caso, il dipendente ha diritto al rimborso o alla compensazione delle tasse pagate in più;
- a zero: in questo caso, non ci sono né debiti né crediti; le imposte sono state già trattenute in busta paga correttamente, e non ci sono deduzioni, crediti d’imposta o detrazioni ulteriori spettanti.
Il dipendente che risulta a debito dalla dichiarazione dei redditi può scegliere che gli importi siano trattenuti in busta paga. Le trattenute possono anche essere rateizzate, ma sino al mese di novembre. In alternativa, può scegliere il pagamento con modello F24.
Il dipendente che risulta a credito dalla dichiarazione dei redditi può scegliere che gli importi siano rimborsati in busta paga. Il rimborso può essere effettuato, se il dipendente non ha un sostituto d’imposta, cioè un datore di lavoro che effettui gli adempimenti per lui, direttamente tramite bonifico dall’Agenzia delle entrate. L’importo a credito può anche essere utilizzato in compensazione.
I dipendenti devono presentare la dichiarazione Isee?
Chiunque debba pagare le tasse universitarie, iscrivere i figli all’asilo o alla mensa scolastica, richiedere un’agevolazione, rateizzare una cartella esattoriale, non può portare a termine queste operazioni senza aver presentato il modello Isee, o meglio la dichiarazione sostitutiva unica Dsu. Questa dichiarazione, infatti, serve non solo per accedere alle prestazioni di assistenza, ma per la generalità delle agevolazioni di carattere pubblico. Anche i dipendenti non obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi sono tenuti a presentare la dichiarazione Isee
Come si fa la dichiarazione Isee?
Nella dichiarazione Isee deve essere indicata una notevole quantità di dati: dalle auto ai conti corrente, dalle carte di credito agli immobili, ogni componente del nucleo familiare è monitorato, attraverso la presentazione di questo modello, a 360 gradi.
La dichiarazione può essere presentata tramite Caf, oppure autonomamente, dal sito dell’Inps. È valida sino al 15 gennaio di ogni anno; dal 2019, la data di scadenza della validità è spostata al 31 agosto.
FONTE: https://bit.ly/2Dyh0sD