Il dipendente in malattia può lavorare da casa

Si può svolgere un’attività purché non ritardi la guarigione o non lavori per la concorrenza. Regole più severe per gli statali. Si rischia il licenziamento?
Non è, certo, raccomandabile ma è senz’altro possibile. Il dipendente in malattia può lavorare da casa purché l’attività che svolge non ritardi il tempo previsto di guarigione [1]. Altrimenti rischia l’imputazione per truffa. Oltre al licenziamento, in certi casi.
Quando il dipendente in malattia può lavorare da casa
La Cassazione ha sottolineato più volte che il dipendente in malattia può lavorare da casa, ma a certe condizioni:
- che il lavoro non venga svolto simulando una malattia (dico che ho un problema di salute, ma in realtà voglio stare a casa per lavorare e arrotondare lo stipendio);
- che il lavoro svolto da casa in malattia non pregiudichi o ritardi la guarigione (ho la polmonite ma vado a fare il giardiniere per guadagnare qualcosa). C’è, infatti, il rischio di dover rientrare al lavoro più tardi, cioè di prolungare l’assenza per malattia;
- che il lavoro svolto da casa non sia per un’azienda concorrente con quella da cui il dipendente è assente per malattia;
- che il dipendente non possa svolgere all’interno dell’azienda un’altra attività compatibile con la malattia (ad esempio, potrebbe essere spostato in un altro ufficio ed eseguire delle mansioni diverse da quelle abituali ma conciliabili con il suo stato).
Quando il dipendente in malattia rischia il licenziamento
Il dipendente in malattia che lavora da casa rischia il licenziamento se viola i doveri di correttezza e di buona fede, oltre agli specifici obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà [2]. Insomma, se durante il periodo della malattia si mette a lavorare per un’azienda concorrente alla sua.
Inoltre, il dipendente in malattia che lavora da casa rischia il licenziamento se l’attività che svolge è sufficiente a far presumere che tanto malato non è o che quella malattia non esiste affatto. Se sono a casa per un grave problema alla schiena e vado a caricare la legna con un amico che mi paga per dargli una mano, c’è, evidentemente, qualcosa che non quadra (a meno che non mi faccia caricare degli stuzzicadenti uno alla volta).
Infine, il dipendente in malattia che lavora da casa rischia il licenziamento anche quando svolge un’attività che possa pregiudicare la guarigione e ritardare il rientro in azienda, cioè prolungare il periodo di assenza. Tipo lo scaricatore di legna con un problema alla schiena.
Quando si giustifica l’assenza per malattia
Naturalmente non è il dipendente a scegliere se, quando e quanto restare a casa in malattia: deve essere il suo medico a deciderlo e a sottoscriverlo su un certificato da fare avere all’Inps e all’azienda.
La decisione del medico non si basa soltanto sulla malattia quanto sul fatto che questa impedisce al lavoratore di svolgere la sua attività per un certo periodo di tempo. Infatti, non tutte le malattie giustificano un’assenza dal lavoro (il fatto che uno stia a casa per un raffreddore non fa testo) ma soltanto quelle che impediscono al dipendente il normale svolgimento di un’attività lavorativa. Ed è qui che bisogna stare ben attenti: la malattia potrebbe (e dovrebbe) comportare l’inabilità di fatto ed impedire di svolgere di qualsiasi attività lavorativa, anche domestica o ricreativa. Insomma, dovrebbe precludere la possibilità di lavorare da casa (ma anche di approfittare per sistemare il proprio giardino, ad esempio). Questo sia a tutela della salute del lavoratore stesso sia nell’interesse del suo datore di lavoro, che vorrebbe averlo di nuovo in forza al più presto.
Il dipendente pubblico può lavorare da casa in malattia?
Quanto detto finora vale soprattutto per i lavoratori del settore privato. Il dipendentepubblico, infatti, ha dei vincoli particolari che gli impediscono di lavorare da casa in malattia.
Gli statali, infatti, devono rispondere ad un dovere di esclusività più rigido, stabilito per evitare eventuali interferenze o conflitti di interesse tra pubblico e privato. Infatti, la legge impedisce di fatto di svolgere qualsiasi altra attività di lavoro subordinato o autonomo, a meno che l’amministrazione di competenza non ne abbia rilasciato opportuna autorizzazione [3]. La violazione di questo divieto comporta il licenziamento.
Queste norme, però, non sono applicabili sui dipendenti pubblici con rapporto di lavoro a tempo parziale, con prestazione lavorativa pari o inferiore al 50% rispetto a quella a tempo pieno purché non si presentino situazioni di conflittualità [4]. Solo in questi casi, dunque, (oltre a non pregiudicare la guarigione ed essere assenti per una vera patologia) il dipendente statale in malattia può lavorare da casa.
[1] Cass. sent. n. 33743/2014.
[2] Cass. sent. n. 10706/2008.
[3] Art. 1, co. 61, legge n. 662/1996.
[4] Art. 1, co. 56, legge n. 662/1996.
FONTE: http://bit.ly/2nI3veN
L’ha ribloggato su Studio Seclì.
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