Quando si perde la Naspi nel momento in cui si inizia a guadagnare con un lavoro dipendente full-time o part-time e quando invece si apre una partita Iva.
Sei stato licenziato e ora sei alla ricerca di un nuovo lavoro. La legge ti consente di ottenere, nel frattempo, la Naspi ossia l’indennità di disoccupazione versata dall’Inps a tutti i disoccupati che perdono il lavoro non per propria volontà. L’importo e la durata dell’assegno di disoccupazione sono commisurati al tempo del tuo precedente lavoro e costituiranno per te un ammortizzatore sociale atteso lo stato di bisogno in cui ti trovi, nella speranza che, quando scadrà il sostegno economico, tu abbia già trovato una nuova occupazione. Fortuna vuole, però, che già prima di tale data, un’azienda ti faccia una proposta di lavoro. In attesa di sapere se sarai assunto con un contratto di lavoro a tempo pieno o part-time o se, invece, ti sarà semplicemente offerto un contratto di collaborazione esterna, intendi conoscere quali saranno le ripercussioni di ciò sulla Naspi. Così giustamente ti chiedi: perdo la disoccupazione con un lavoro autonomo o dipendente? Hai saputo di alcuni tuoi ex colleghi che, per non perdere la disoccupazione, si sono fatti assumere in nero; ma non è tua intenzione frodare lo Stato, anche perché sei consapevole che ciò costituirebbe un reato. Nello stesso tempo sei fortemente tentato: da un lato non vorresti perdere l’occasione di un nuovo impiego, ma dall’altro temi che lo stipendio possa essere inferiore a quanto ora prendi dall’Inps e che il gioco non valga la candela.
Pertanto, se vuoi sapere quando si perde la Naspi, ossia quando decade l’assegno di disoccupazione in caso di nuova assunzione, questo articolo è quello che fa proprio al caso tuo.
Come funziona la Naspi
Prima di spiegare cosa succede in caso di un’assunzione o un lavoro autonomo con la Naspi, voglio però ricordarti, per sommi capi, come funziona l’assegno di disoccupazione. Per tutte le informazioni più tecniche di cui dovessi avere bisogno ti consiglio di leggere gli articoli Naspi: cos’è e come funziona e Naspi: l’indennità di disoccupazione.
La Naspi dura al massimo due anni (tutto dipende da quanti contributi hai versato) e si perde se:
- trovi un nuovo lavoro
- ti viene proposto un nuovo lavoro e lo rifiuti (occhio però, perché il nuovo lavoro deve essere congruo, cioè deve garantirti uno stipendio che superi di almeno il 20% l’attuale sussidio che stiamo percependo);
- inizi un nuovo lavoro (subordinato o autonomo) e non comunichi all’Inps entro un mese il reddito presunto che percepirai;
- non partecipi alle iniziative di ricollocamento professionale organizzate dai Centri per l’impiego.
Posso accettare un lavoro in nero per non perdere la Naspi
Purtroppo molti disoccupati, in passato, hanno frodato lo Stato, percependo la Naspi pur non avendone più diritto. La truffa è avvenuta più o meno in questo modo: il disoccupato che riceveva un’offerta di lavoro da una azienda, accettava il lavoro in nero (più conveniente anche al datore): in quanto non “denunciato” all’ufficio del lavoro, egli risultava formalmente ancora disoccupato e l’Inps continuava a versargli la Naspi. Questo comportamento costituisce reato, una truffa ai danni dello Stato, perseguibile penalmente; pertanto è fortemente sconsigliato. Non sono stati poche le incriminazioni nei confronti di coloro che hanno fatto questa scelta: ed oltre al processo penale è scattato l’obbligo di restituzione degli importi percepiti illegittimamente dall’Inps.
Tuttavia, il legislatore ha compreso anche le ragioni dei lavoratori, posti di fronte alla (paradossale) alternativa tra l’accettare uno stipendio spesso più basso rispetto alla Naspi – e sudarselo – o rimanere a casa (magari a formarsi per un lavoro più qualificante) e percepire l’assegno di disoccupazione più alto dell’Inps. E così la legge è corsa ai ripari prevedendo – come qui di seguito vedremo – dei limiti di reddito al di sotto dei quali, sebbene occupati o con lavoro autonomo – si continua ad essere considerati disoccupati e quindi non si perde la disoccupazione. È proprio di questo che voglio ora parlarti, ossia di come non perdere la Naspi con un lavoro autonomo o un lavoro dipendente.
Se mi assumono perdo la disoccupazione?
Iniziamo dal caso del disoccupato in Naspi che riceve un’offerta di lavoro. Se questi viene assunto – sia a part-time che full-time, sia a tempo determinato che indeterminato, ha diritto a conservare l’assegno di disoccupazione se il reddito offertogli non supera 8.145 euro annui. Al di sopra di questa soglia egli perde l’indennità di disoccupazione.
Chi invece ha uno stipendio più basso può essere assunto e, nello stesso tempo, continuare a ricevere la Naspi. Non c’è quindi incompatibilità automatica tra un’assunzione come lavoratore dipendente e la disoccupazione: chi vuol farsi assumere e percepire la Naspi può fino a un massimo di 8.145 euro di stipendio annuo.
Se firmo un contratto di collaborazione esterna perdo la disoccupazione?
Anche a chi firma un contratto di collaborazione esterna (i cosiddetti co.co.co.) ed è pertanto un lavoratore «parasubordinato» ha diritto a conservare la Naspi se il suo reddito non supera un tetto prefissato dalla legge (che però, in questo caso, è poco più della metà di quello previsto per i lavoratori dipendenti). Vediamo, più nel dettaglio, a quali condizioni si può avere la Naspi con una collaborazione esterna. Chi firma un contratto di collaborazione esterna può conservare l’assegno di disoccupazione se:
- il reddito percepito non supera 4.800 euro annui;
- rientra nelle ipotesi di esenzione dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi;
- presenta all’Inps un’autocertificazione che attesta il reddito ricavato dall’attività lavorativa. Tale comunicazione va presentata solo se non si effettua la dichiarazione dei redditi e va trasmessa all’Istituto entro il 31 marzo dell’anno successivo. Se il lavoratore omette l’autodichiarazione, si perde la Naspi ma deve essere restituita a partire dalla data di inizio dell’attività lavorativa. Se poi nel corso della NASPI il lavoratore per qualsiasi motivo, intende modificare il reddito dichiarato, deve presentare una nuova dichiarazione nella quale indicare sia il reddito dichiarato in precedenza che la maggiore o minore variazione.
Se faccio un lavoro autonomo perdo la disoccupazione?
Quanto detto per i contratti di collaborazione esterna vale per qualsiasi altro tipo di lavoro parasubordinato o autonomo.
La legge stabilire che chi vuol avviare un’attività di lavoro autonomo, vuol aprire un’azienda, una società o comunque, in generale, una partita Iva non perde la disoccupazione a condizione che non guadagni più di 4.800 euro all’anno. Sopra questo limite invece dovrà rinunciare alla Naspi.
Anche chi ha un lavoro autonomo è tenuto a presentare all’Inps un’autocertificazione che attesa il reddito ricavato dall’attività lavorativa.
FONTE: http://bit.ly/2sek1dN